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Il salto culturale per l’uguaglianza di genere

Elena Triaca, Amministratore Unico di Promeco S.p.A, che produce macchine e impianti per il riciclo delle materie plastiche, parla delle sfide tecnologiche del settore, ma anche di quelle che riguardano la disparità educativa di genere: “Entrambi i sessi devono avere uguali opportunità di sviluppare competenze e di scegliere il percorso che meglio si adatti alle proprie aspirazioni”.



L’obiettivo di Promeco S.p.A. è quello di trasformare la concezione dei rifiuti, ad oggi percepiti come materia inquinante, in risorsa: un processo indispensabile per la trasformazione verso la neutralità climatica e la creazione di un’economia circolare.

In generale, nelle aziende italiane si parla sempre più di certificazione di genere e di parità dei diritti all’interno delle aziende, eppure, nonostante a livello legislativo sia evidente la volontà di affrontare la questione “rimane ancora necessaria un’implementazione su larga scala, considerando che il tessuto economico italiano è fatto soprattutto di piccole medie imprese con personale spesso al di sotto dei 100 dipendenti”, conferma Elena Triaca di Promeco®. Ma c’è un’altra cosa che manca, ed è “un cambiamento culturale più ampio che coinvolga tutti gli aspetti della società”.




L’aumento dei costi delle materie prime, dell’energia e della logistica connesse allo scenario di guerra e all’aumento del costo delle materie prime, sono tutti fattori che hanno influenzato il comparto plastico. Come è stato il 2023 per Promeco e quali le prospettive per il 2024?

“L’impennata dei costi delle materie prime (acciaio e componenti elettronici), dell’energia e della logistica ha certamente avuto un impatto negativo sul settore plastico frenando in generale la propensione agli investimenti. Tuttavia, a mio parere, tutti gli operatori del settore, noi inclusi, hanno saputo affrontare con la necessaria resilienza le sfide del contesto e dei mercati mettendo a punto soluzioni sempre più tecnologiche e sostenibili. Il 2023 per Promeco è andato molto bene e le prospettive per il 2024 sono altrettanto positive. Vanno comunque considerate le caratteristiche del mercato altamente specializzato in cui operiamo, ove vi è bassa concorrenza e previsioni di sviluppo a double digit. Per Promeco il settore plastico non è esclusivo, ma è ritenuto fondamentale per le prospettive di crescita e, in particolare, per perseguire la core mission dell’azienda.

Siamo stati in grado di proporre una valida risposta alla crescente domanda di neutralità climatica, proponendo un impianto per il riciclo chimico delle plastiche. Promeco vuole, nel lungo termine, contribuire a trasformare la concezione dei rifiuti, ad oggi percepiti come materia inquinante e, in quanto tali negativi, in risorsa. Affiancata dalle altre aziende del settore e supportata dalle direttive dell’Unione Europea, ambisce a un’economia circolare, dove gli scarti sono concepiti come risorsa da gestire e valorizzare”.

Nonostante le difficoltà accennate sopra, secondo le stime della Federazione Gomma Plastica il comparto formato dalle industrie del settore vale un fatturato di 25,9 miliardi di euro (secondo i dati 2022 che registrano una crescita di oltre il 10% rispetto al 2021). A suo parere, questo andamento positivo si alzerà, si stabilizzerà oppure subirà una decrescita nel prossimo futuro?

“Io credo che l’andamento positivo sarà in costante crescita, soprattutto quando supportato dal settore del riciclo. Mi aspetto una comunicazione costante tra il settore della plastica e quello del corrispondente riciclo, che devono simultaneamente promuovere le qualità del materiale e la sua neutralità climatica con un’adeguata gestione nella fase secondaria al primo consumo. Ad oggi sono presenti sul mercato due processi differenti per la gestione della plastica post consumo e post-industriale: il riciclo meccanico & il riciclo chimico, entrambi presenti nelle offerte impiantistiche Promeco.

Il riciclo meccanico, è noto, ha evidenti limiti nella valorizzazione dei rifiuti misti, eterogenei e poliaccoppiati e non si può protrarre all’infinito (si parla infatti di downcycling). Il riciclo chimico, invece, risulta complementare e consente di riciclare volumi di plastiche decisamente superiori a quelli destinati al riciclo meccanico, oltre a quei rifiuti plastici per i quali oggi non esistono soluzioni alternative. Il riciclo chimico rappresenta la soluzione ottimale per tutti quei flussi di rifiuto misto difficilmente valorizzabili con il riciclo meccanico anche se in questa fase di iniziale sviluppo tecnologico agirà a supporto del riciclo meccanico per il trattamento, ad esempio, delle enormi quantità di materiali poliolefinici. Si tratta di un processo virtuoso di riciclo della plastica teoricamente infinito, che consente di produrre nuovi polimeri vergini idonei a ogni applicazione e con caratteristiche identiche a quelli che provengono da fonti fossili.

Con il riciclo chimico, come ad esempio il nostro Promeco® Chemical Recycling, il rifiuto plastico viene convertito in un olio simile alla nafta destinato alla produzione di materie prime di interesse per l’industria chimica e petrolchimica, nonché nelle materie prime stesse da cui la plastica può essere nuovamente prodotta, riducendo la necessità di risorse naturali aggiuntive e agevolandone la rigenerazione. Va da sé quindi che, se vogliamo che la plastica, da rifiuto, diventi una risorsa nella imminente transizione verso un modello economico circolare, anche il riciclo chimico deve essere implementato su larga scala facendo attenzione a mantenere una logica di sostenibilità e quindi privilegiando quei processi virtuosi che possono fare a meno delle fasi tipiche del riciclo meccanico, come quella del lavaggio. Promeco nel 2024 metterà in produzione l’impianto di riciclo chimico destinato ad un grosso cliente finlandese, Lamor, dove l’off-taker sarà Shell. Le richieste per questa soluzione impiantistica di riciclo sono in crescita costante come emerso dall’esito del Chemical Recycling Forum, tenutosi a Bruxelles nel settembre scorso e a cui Promeco ha partecipato in qualità di storico membro dell’Associazione Chemical Recycling Europe. L’obiettivo condiviso è che la plastica, nel medio lungo termine, sia prevalentemente plastica riciclata”.





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