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Promeco Chemical Recycling l'anello mancante per un riciclo della plastica a 360 gradi

L'anello mancante per un riciclo della plastica a 360 gradi

Sono passati ormai 10 anni da quando Promeco, azienda italiana di Como attiva a livello internazionale, ha avviato il suo impianto di riciclo chimico.

Promeco SpA è membro da oltre 2 anni della Chemical Recycling Europe Association, una prestigiosa associazione europea impegnata nella promozione del riciclo chimico dei polimeri e nata nel gennaio 2019 come piattaforma di settore a supporto delle politiche UE per l'economia circolare.

Insieme agli altri (piccoli) membri dell'associazione, Promeco persegue un obiettivo comune: chiudere il cerchio per l'industria della plastica offrendo la tecnologia per riciclare chimicamente tutti i rifiuti plastici trasformandoli nei componenti originali e/o in altri materiali a valore aggiunto, in modo da consentire la transizione verso un'economia più sostenibile e circolare in Europa.


Grazie al costante processo interno di ricerca, sviluppo e innovazione, Promeco ha ideato e già implementato un processo che permette di convertire i rifiuti plastici, come quelli che il circuito Corepla oggi destina alla termovalorizzazione, in materia prima seconda. Si tratta per lo più di scarti di plastiche poliolefiniche, che rappresentano circa il 50% della produzione totale di plastica e quasi il 70% della plastica destinata agli imballaggi: gli scarti di imballaggi poliolefinici, in particolare quelli flessibili e le pellicole utilizzate per gli alimenti, sono la principale frazione non riciclata e difficilmente riciclabile.


L'impianto Promeco consente di produrre feedstock di idrocarburi/nafta, sostanze che l'industria chimica può riutilizzare per ricreare nuovi materiali plastici, risparmiando risorse fossili.


Si tratta quindi di una soluzione percorribile per consentire il riciclo di tutti quei rifiuti plastici, flessibili, multistrato e materiali plastici più complessi che diventa complementare al riciclo meccanico della plastica, già comunemente conosciuto, considerando che questa modalità in uso, per ragioni sia economiche (non rappresentando un flusso economicamente redditizio) che ecologiche e tecnologiche, riesce a riciclare solo il 20% dei rifiuti plastici prodotti a livello globale.


Consentire il raggiungimento di un'economia più circolare per la plastica e contribuire attivamente alla diversificazione delle fonti energetiche è quindi la sfida attuale di Promeco, il cui team appassionato e competente è pronto a supportare chi vuole optare per una soluzione altamente tecnologica ma sostenibile.


Ma vediamo le caratteristiche salienti dell'impianto chiavi in mano di Promeco.


L'impianto di riciclo chimico Promeco

- funziona in continuo a differenza di altre tecnologie analoghe che si basano su processi in batch,

- ha una produzione su base annua di circa 7.000 h/a,

- è in grado di accettare "rifiuti plastici" con un contenuto di umidità fino al 10%

- ha un dimensionamento a partire da un input di circa 10.000 t/a di rifiuti plastici

- si estende su una superficie di soli 1.500 mq

- Tutti i componenti del processo sono collocati su piattaforme indipendenti e sono singolarmente gestiti da un sistema di controllo elettronico a PLC. E' previsto il controllo da remoto grazie ad un sistema SCADA con la possibilità conseguente, per le aziende italiane, di richiedere il credito di imposta per l'investimento in beni strumentali Industria 4.0.

- Il processo Promeco non è di tipo pirolitico, dove il calore comporta delle perdite in resa altissime, ma si basa sul cracking catalitico: è l'aggiunta di un particolare additivo che consente la rottura degli idrocarburi complessi e la trasformazione in molecole più semplici.

- Con questa metodologia, alternativa alla più nota pirolisi, le condizioni di temperatura di processo si riducono a 400-500°C e le pressioni risultano essere intorno ai 30 mm bar. Perfino la resa aumenta fino a quasi l'80% e la qualità del prodotto in uscita, confrontata con altri output, risulta essere assai migliore in termini di leggerezza e qualità dell'olio idrocarburo prodotto.

- La sicurezza è garantita da un sistema a circuito chiuso, progettato per prevenire pericolose emissioni gassose. L'azione di numerosi sensori consente di monitorare costantemente le temperature delle varie fasi di processo.

- I gas incondensabili vengono convogliati in apposita caldaia per la valorizzazione termica.

- L'impianto rispetta le più rigorose direttive in materia di prevenzione incendio così come le norme ATEX.

Senza il riciclaggio chimico, il miglioramento della quota di plastica riciclata rimarrà limitato e la domanda di prodotto poliolefine con contenuto di plastica riciclata pari al 25% non potrà essere soddisfatta, minando le attese dell'UE in termini di sostenibilità nel packaging entro il quinquennio 2025-30. L'auspicio di Promeco, con 3 impianti realizzati e uno in fase autorizzativa in Inghilterra, è che i Governi e più in generale l'Unione Europea, possano semplificare il quadro normativo e quindi snellire i processi amministrativi connessi alla realizzazione di questo tipo di impianto. Oggi, nonostante la riconosciuta valenza della soluzione, questa tecnologia ha ancora molti ostacoli, tra cui proprio le barriere normative e l'incertezza giuridica.

Articolo tratto da TecnoPlast N° 4 Maggio – 2022

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